Anima Serena

La turchese

Tutti i segreti della misteriosa pietra dei Navajo

“Pierre turquois”.

 

Questo è il nome che i francesi diedero a questa strana pietra, mai vista prima, quando nel XIII secolo un mercante veneziano la portò a Parigi per la prima volta.

 

Significava “pietra turca”.

 

La turchese arrivava in Europa dalla Persia attraverso la via della Seta, che passava per l’odierna Turchia.

 

Il nome francese sottolineava l’origine esotica e sostituì in fretta l’antico nome “callaina”, versione latina del greco “kalláïnos”: pietra bella.

 

I persiani invece la chiamavano “ferozah” (vittorioso”), nome con cui è ancora conosciuta in Asia.

 

La turchese è una pietra pregiata che ha una storia antica e affascinante.

 

In questo articolo esploreremo la storia e le proprietà della turchese, nonché i suoi utilizzi nella cura e nella meditazione.

Perché usi il femminile?

Devo confessarti una cosa…

 

Mentre svolgevo le mie ricerche per scrivere questo articolo, ho trovato riferimenti sia al maschile che al femminile e non riuscivo a capire perché.

 

Ho deciso quindi di scomodare la Treccani e….

 

La parola “turchese” per indicare la pietra è femminile. Si usa il maschile quando si parla del colore turchese.

 

Bene, introduzione finita.

 

Partiamo!

La turchese: chi era costei?

Nelle prossime righe analizzeremo le caratteristiche e le proprietà minerali della turchese.

 

Se ti interessano di più le sue proprietà nel campo della cristalloterapia, utilizza pure il menù qui a fianco per vederle subito!

 

Se sei da mobile e non la visualizzi, tutto normale, basta cliccare qui.

 

“quae sunt earum pulchriores, oleo, unguento, etiam mero colorem deperdunt”

 

Nel I secolo d.C, nella sua Naturalis Historia, Plinio il Vecchio faceva già notare una caratteristica importante della turchese.

 

Tradotta la sua affermazione suona così:

 

“Quelle che sono più belle di queste, perdono il loro colore con l’olio e il profumo”

 

Per capire appieno la portata di questa affermazione devi sapere che la turchese è una pietra molto delicata.

 

Sulla scala di Mohs la massima durezza raggiunta è di 5,5 la stessa del vetro comune, ma la sua peggior debolezza è un’altra, quella di cui parlava il buon vecchio Plinio.

 

È una pietra porosa e basta pochissimo per danneggiare il suo colore meraviglioso, per questo nella storia sono stati sperimentati numerosi trattamenti per proteggerla.

 

Con più o meno successo, ma andiamo avanti.

 

La Treccani definisce la turchese come un fosfato idrato di alluminio e rame con un sistema cristallino triclino.

 

Si forma per alterazione delle rocce sedimentarie (genesi di tipo secondario).

 

La troviamo nelle regioni aride, dove l’acqua piovana filtra attraverso suoli ricchi di rame e lascia depositi di fosfato idrato di rame e alluminio nelle aperture della roccia.

 

Interi giacimenti di turchese sono stati scoperti casualmente vicino a miniere di rame.

 

L’intensità e la sfumatura del colore dipendono da quali minerali sono presenti nel giacimento di provenienza.

 

  • Rame —> colore azzurro cielo
  • Ferro —> sfumatura verde
  • Pirite —> venature giallo scuro

la turchese nel mondo

Ora che abbiamo visto cos’è una turchese possiamo analizzare le differenze fra i diversi giacimenti nel mondo.

Devi sapere che ogni giacimento presenta caratteristiche e minerali particolari che si riflettono sulle pietre estratte.

Qui sotto troverai un breve elenco dei giacimenti principali e delle loro caratteristiche:

Turchese Persiana

turchese neyshabur

I giacimenti persiani di Neyshabur sono conosciuti fin dall’antichità. Il colore è un azzurro molto intenso venato d’oro.

Turchese Nepalese

Viene estratta sull’Himalaya.

La sfumatura del colore è estremamente variabile.

turchese nepalese

Turchese Cinese

turchese cinese

Viene estratta dai giacimenti di  Hubei e Anhui. Il colore è verde mischiato con blu e giallo.

Spesso si trova trattata con cera di paraffina.

Turchese africana

Non è una vera turchese ma un diaspro.

È molto più resistente rispetto alla turchese, ed è perfetta per gioielli da portare tutto il giorno tutti i giorni come i braccialetti di perline.

Turchese messicana

turchese messicana

Si estrae nello stato di Sonora, al confine con l’Arizona.

Il colore è celeste acceso.

Turchese Americana

Si estrae dalle miniere di Bisbee, Kingman, Morenci e Blue Diamond tutte situate fra Arizona e Nevada.

Ognuna di queste miniere cela pietre di colore e texture differente.

I giacimenti di Bisbee erano già noti al popolo Navajo.

È la miniera di turchese americana più famosa.

Il colore delle sue pietre è il blu profondo con una matrice a tela di ragno. 

turchese bisbee

Le pietre di Morenci sono famose per la particolare pirite che regala venature color argento invece del più comune oro.

turchese morenci

Anche la miniera di Kingman era già conosciuta prima dell’arrivo degli europei.

Le sue turchesi vanno dal blu scuro all’azzurro, con delicate sfumature di verde.

La matrice è scura. 

turchese kingman miniera

La miniera di Sleeping Beauty (Bella Addormentata), chiusa nel 2012 era la miniera più grande su suolo Usa.

Il nome  deriva dalla forma della montagna, che ricorda una donna addormentata.

Le sue pietre sono azzurro cielo con poche venature.

collana turchese sleeping beauty

Il nostro viaggio all’esplorazione dei diversi tipi di turchese nel mondo finisce qui, ma continua a leggere perché stiamo per cominciarne un altro. 

Nel prossimo viaggio scopriremo quali popoli hanno intrecciato la loro storia e religione con questa bellissima pietra. 

La turchese fra storia e mitologia

In apertura ho nominato Plinio il Vecchio nel I secolo d.C, ma devi sapere che la storia della turchese è molto più antica…

 

La sua storia inizia circa 7.000 anni fa nel Sinai, in Egitto.

 

Proprio le miniere del Sinai furono le prime dell’antichità insieme a quelle di Neysahbur in Persia.

 

Continua a leggere se vuoi scoprire come la storia di questa pietra si intreccia con la storia e la mitologia di popoli lontanissimi fra loro.

 

Ti racconterò chi era la Signora della Turchese, il ruolo di Ragazzo Turchese nella Dine Bahane e quale popolo incastonava pietre turchesi nei denti.

 

Si inizia!

La turchese in egitto

“Mefkat”.

 

“Gioia” o “delizia”.

 

Così gli antichi egizi chiamavano la turchese, estratta dalle miniere del Sinai, nella regione di Serabit al-Khadim.

 

Lì, in mezzo al deserto, sorgeva uno dei templi più impressionanti della storia egizia, e il più grande della penisola del Sinai.

tempio signora della turchese

Le rovine del tempio di Serabit al-Khadim 
Foto da Wikipedia

Perché erigere un tempio così imponente nel deserto, lontano da Tebe e dagli altri centri politico-religiosi?

Il tempio era dedicato alla dea Hathor, la Signora della Turchese.

Hathor, dea dell’amore, della gioia e della danza, era una delle divinità più antiche e venerate, così importante da avere un enorme tempio nel deserto.

Uno dei suoi simboli era il pettorale “menat”.

Era costruito con metalli pregiati, come il bronzo (all’epoca era una lega metallica all’avanguardia) e pietre preziose.

Fra queste una spiccava su tutte…

Proprio lei, la turchese.

menat turchese

Foto del Metropolitan Museum of Art

Il menat aveva diversi utilizzi:

 

  • amuleto portafortuna
 
  • amuleto protettivo contro gli spiriti maligni
 
  • strumento musicale, un sonaglio, per la precisione.

 

Il menat metteva il suo utilizzatore in contatto diretto con il divino e portava la benedizione della dea.

 

Per tutto il Medio Regno (2055 – 1790 a. C) le sacerdotesse di Hathor hanno usato il menat e il sistro durante le cerimonie con danze e musica.

 

Secoli dopo, durante il Nuovo Regno il menat era utilizzato dai sacerdoti di tutte le divinità, senza distinzione.

 

Ma c’era un altro motivo per cui la turchese era importantissima….

 

Seppellire in morti con accessori in turchese era un’usanza antichissima, precedente addirittura alla I dinastia (3100-2900 a.C)

 

Una pratica che si è conservata per migliaia di anni, come dimostrano gli oggetti qui sotto.

 

Entrambi sono stati ritrovati in corredi funebri a distanza di secoli l’uno dall’altro…

 

 

pettorale turchese Sithathoryunet

Pettorale della principessa Sithathoryunet (ca. 1887-1878 a.C), figlia del faraone Sesostri II, XII dinastia.

Foto del MET Museum

maschera turchese Tutankhamon

Maschera di Tutankhamun, XIII dinastia 1341-1323 a.C.

Foto di Roland Unger – Own work

Anche un altro popolo, lontanissimo nel tempo e nello spazio, considerava la turchese un portafortuna…

La turchese nella cultura religiosa navajo

Per il popolo Navajo (Dinè o Naabehò in Navajo), la turchese era un potentissimo portafortuna. 

 

I guerrieri la indossavano in battaglia, nelle case veniva appesa per tenere lontani gli spiriti maligni e i cacciatori la portavano per assicurarsi un ricco bottino.

Gli usi nella vita di tutti giorni erano veramente tanti!

 

Nella cultura Navajo la turchese era associata all’acqua e aveva il potere di rivelare le sorgenti e invocare la pioggia.

Una caratteristica piuttosto importante visto che vivevano nelle zone desertiche fra Arizona, New Mexico e Colorado!

Un rituale per invocare la pioggia consisteva nel lanciare la turchese in un fiume e poi pregare Neinilii, dio della pioggia.

 

Veniva indossata sotto forma di braccialetti di perline o ciondoli e trovava spazio in diversi rituali.

 

Ma c’erano altre divinità che avevano a che fare con la turchese…

La donna mutevole e il ragazzo turchese

Chi sono questi due?

Estsanatlehi, conosciuta anche come Donna Mutevole (Changing Woman) è una divinità navajo. 

Rappresenta la creazione, il cambiamento, la prosperità e la protezione.

 

La troviamo nella Dinè Bahane’, la storia del mondo e dell’umanità per i Navajo.

A volte è una goccia di turchese e in altre è una donna fatta interamente in turchese. 

Vive in una casa fatta di turchese e indossa gioielli in turchese.

 

Prova a indovinare: in che altro modo viene chiamata?

 

 

Donna Turchese!

 

È la dea che accompagna le ragazze durante il Kinaalda.

Il Kinaalda era un rito di passaggio a cui erano sottoposte le ragazze Navajo al raggiungimento della pubertà.

Al giorno d’oggi è ancora praticato, ma ha perso il significato tradizionale. 

 

Durante il rito le ragazze indossano numerosi monili in turchese, in onore della Donna Mutevole. 

E il Ragazzo Turchese?

Estsanatlehi è anche la “Madre di Tutti” e di Ragazzo Turchese (Turquoise Boy).

 

Nella mitologia navajo Ragazzo Turchese intraprese un epico viaggio che lo portò ai quattro angoli del mondo per aiutare l’umanità…

I quattro angoli del mondo non è un modo di dire!

 

Per i Navajo la loro terra si chiama Dinetah e i suoi confini sono sanciti da quattro montagne sacre.

 

Ogni montagna è legata a un colore e un genere specifico.

montagne sacre dei navajo

Tsisnaasjini

 

Rappresenta il confine a est e si trova in Colorado.

È conosciuta anche come Blanca Peak,l’Alba (Dawn) o Montagna Bianca Conchiglia (White Shell Mountain).

Il suo colore, ovviamente è il bianco.
E’ considerata di genere maschile  

Tsoodzil

 

È il confine a sud e si trova in New Mexico.

Al suo interno vivono il Dio Nero, una divinità del fuoco, Ragazzo Turchese e Ragazza Turchese.

Per questo è chiamata anche Montagna Turchese e il suo colore è il blu.

È considerata di genere femminile.  

Doko’ooslid

 

È il confine a ovest e si trova in Arizona.

Non è un’unica montagna ma un’intera catena montuosa, i San Francisco Peaks.

Secondo la tradizione è legata al giallo ed è di genere femminile. 

Dibe Ntsaa

 

È il confine a nord ed è la vetta più alta de La Plata Mountains, una catena montuosa del Colorado.

In inglese è chiamata Hesperus Peak.

È di genere maschile. 

Secondo la leggenda Primo Uomo, dopo averla creata, la fissò a terra con un arcobaleno e la avvolse nell’oscurità.

Per questo il colore tradizionale è il nero. 

Secondo la leggenda Ragazzo Turchese visitò tutte e quattro le montagne in un viaggio ricco di peripezie per fare un dono prezioso al popolo navajo.

Quale dono?

Il cavallo!

Devi sapere che per un lungo periodo della loro storia i Navajo sono stati una popolazione nomade di cacciatori-raccoglitori.

 

Il cavallo era importantissimo per la loro sopravvivenza. Serviva per cacciare, per spostarsi, per mandare messaggi e per trasportare oggetti durante le migrazioni.

 

Ma ora allontaniamoci dal tempo del mito e andiamo a scoprire come quando e perché iniziano a diffondersi i gioielli Navajo in argento e turchese…

L'artigianato navajo

gioielli artigianato navajo

Artigianato Navajo

I gioielli di argento e turchese, il simbolo dell’artigianato Navajo, compaiono alla fine del XIX secolo.

Lascia che ti racconti una storia…

Il protagonista è un uomo di nome Atsidi Sani (Vecchio Fabbro). 

Era nato nel 1830 vicino Wheatfields in Arizona nel clan Dibelizhini (”Pecora Nera”).

Intorno ai 25 anni ebbe l’intuizione della vita: imparare a lavorare il ferro per creare le briglie per il suo clan.

Sarebbe diventato il gioielliere più famoso della storia Navajo e avrebbe rivoluzionato l’economia del suo popolo.

Fra i Navajo non c’erano fabbri e ogni utensile di metallo doveva essere acquistato dai messicani.

Per imparare Atsidi Sani si rivolse proprio a uno di loro, Nakai Tsosi.

In dieci anni divenne un bravissimo fabbro e studiò la lavorazione anche di altri metalli, fra cui l’argento.

 

Ma non fu lui a realizzare il primo gioiello in argento e turchese…

Fu suo figlio, Atsidi Chon, alla fine del XIX secolo.

Era l’inizio di un’epoca.

 

I gioielli in argento e turchese divennero una moneta di scambio fra i clan e ben presto anche il clan Zuni imparò a fabbricarli.

Per l’esplosione vera e propria dobbiamo però attendere i primi anni del ‘900 e l’arrivo della ferrovia negli stati del South West.

La ferrovia portò i turisti e con loro la necessità impellente di acquistare souvenir da riportare a casa.

Fino a quel momento i gioielli erano pesanti e molto semplici, ma i raffinati turisti di San Francisco cercavano uno stile navajo “autentico” ed elegante.

L’offerta si adeguò alla domanda, portando a una rivoluzione dell’economia delle riserve indiane del South West.

La domanda era tale che non sempre la produzione coinvolgeva artigiani esperti e materie prime di qualità. 

Accanto a capolavori di artigianato venivano sfornate innumerevoli cianfrusaglie.

Prima di proseguire nel nostro viaggio attraverso la storia della turchese è il momento di porci questa domanda:

acquistare l’artigianato navajo è appropriazione culturale?

 

Come prima cosa definiamo l’appropriazione culturale.

 

“L’appropriazione culturale rappresenta l’adozione o l’utilizzazione in maniera inappropriata o inconsapevole di elementi di una cultura da parte dei membri di una cultura dominante.”

 

Questa è la definizione di Wikipedia, primo risultato se cerchi “appropriazione culturale” su Google.

Intere culture sono derubate dei propri rituali e del proprio abbigliamento.

Succede quando i prodotti culturali vengono svuotati del loro valore storico e culturale (o spirituale!) e sfruttati per svago o per seguire un trend.

Ovviamente senza chiedere il permesso o corrispondere alcun tipo di riconoscimento.

Ma io come faccio a capire se è appropriazione culturale o no?

Il confine tra ammirazione e appropriazione, è veramente sottile.

Trattare un tema vasto come l’appropriazione culturale in poche righe è veramente difficile, ma ora ti darò una breve lista di azioni semplici e pratiche per sapere ogni volta come comportarti.

 

Innanzitutto è buona norma farsi delle domande:

 

  • Perché voglio questo oggetto?
 
  • Sono consapevole di cosa rappresenta per la cultura di provenienza o sto solo seguendo una moda?
 
  • Mi serve davvero? 
 
Quest’ultima domanda dovremmo farcela per tutto in realtà.

 

Poi informati.

 

 

  • Scopri le origini e il significato culturale degli oggetti e dei rituali che ti piacciono. È giusto conoscere la cultura di provenienza.

  • Acquista in negozi (fisici e online) gestiti da artigiani locali o che collaborano con loro.

 
In questo modo i tuoi acquisti aiuteranno a mantenere in vita antiche tradizioni!

Ma ora proseguiamo il nostro viaggio…

 

Centinaia di chilometri più a sud e centinaia di anni prima dei Navajo altre popolazioni del continente americano davano un valore sacro alla turchese.

La Turchese per Aztechi e Maya

Grazie per aver letto fin qui. 

 

Nel prossimo paragrafo scoprirai cosa significava la parola nahuatl “xihuiti”, chi era Xiuhtecuhtli e un uso della turchese molto particolare…

 

Andiamo!

 

I Navajo non sono stati i primi a scoprire i giacimenti di Turchese fra New Mexico e Arizona.

 

La stessa turchese la ritroviamo in Messico nell’impero azteco e nelle città-stato maya.

 

Devi sapere che per le studiose M. E. Miller e L. v. Foster esisteva una vera e propria “Via della Turchese” paragonabile alla via della Seta per importanza commerciale.

 

Al tempo erano già noti i giacimenti di Casas Grandes (Paquimè) nel nord del Messico, ma erano considerati di qualità inferiore.

 

 

Gli aztechi attribuivano un grande valore alla turchese e maschere e mosaici venivano richiesti come tributi alle popolazioni sottomesse.

Perché?

Per Xiuhtecuhtli.

E mo chi è questo? Un imperatore? Una divinità? Si mangia?

Xiuhtecuhtli è uno degli dei più antichi e importanti del pantheon azteco. 

 

Così potente che al momento dell’intronizzazione gli imperatori erano ritenuti le sue manifestazioni viventi.

 

Conosciuto anche come “Signore della pietra turchese” era il dio del fuoco e del tempo e viveva in un giardino di turchese al centro della terra.

 

Probabilmente avrai riconosciuto una certa assonanza con la parola “xihuitl” che ho nominato prima…

 

Xihuitl è la parola nahuatl per “turchese” e “anno”. Nell’immaginario simbolico azteco la turchese era equivalente al fuoco.

 

Qual è il simbolo che unisce i concetti di tempo e fuoco?

 

 

Il sole.

 

Per gli aztechi il cuore del sole era fatto di turchese.

In ogni tempio dedicato a Xiuhtecuhtli c’era un fuoco che doveva rimanere sempre acceso e occuparsene era un compito importantissimo.

Fra le altre cose era anche il protettore dei guerrieri e dei pochteca, una classe di mercanti che viaggiava per tutto il Centro America.

maschera turchese xiuhtecuhtli

Maschera di Xiuhtecuhtli
British Museum

Proprio come loro ora proseguiremo il nostro viaggio e ci sposteremo nello Yucatan, a sud dell’impero azteco (Messico centro-settentrionale), nelle città-stato maya.

 

Prima, ho accennato a un uso particolare della turchese…

 

 

I maya usavano la turchese per realizzare mosaici, gioielli, maschere e… come “decorazioni” per i denti.

Abbiamo ritrovato numerosi scheletri con turchesi incastonate fra i denti.

I dentisti maya avevano raggiunto un elevato livello tecnico.

Senza trapani elettrici, con la sola forza fisica, scolpivano i denti usando un tubo di rame.

Il buco veniva poi riempito con turchesi o pezzi di giada.

Questo studio sulle colle utilizzate ha rilevato più di 150 sostanze diverse.

 

È notevole come le colle hanno superato brillantemente la prova del tempo! 

Una base molto comune era la resina di pino, conosciuta per le sue proprietà antisettiche e antibatteriche.

Non potendo contare su trapani elettrici o pneumatici il dentista poteva contare solo sulla forza della sua mano per completare i buchi.

turchese denti maya

Ma perché lo facevano?

Ci sono due teorie in proposito:

  • Le pietre proteggevano dalle carie e dalle malattie del cavo orale
 
  • Purificavano il respiro.
 

Il respiro, “I’q” nella lingua maya era raffigurato come una T

Simbolicamente, era una porta tra il nostro mondo e quello degli spiriti.

Per questo nei templi maya le aperture hanno spesso una forma a T.

Non sono solo porte o finestre fisiche, ma anche spirituali!

iq respiro apertura t maya

Grazie per aver letto fin qui!

Il nostro viaggio nella storia della turchese è finito, nei prossimi paragrafi vedremo quali sono le sue proprietà benefiche e come può migliorare la tua vita.

Le proprieta' della turchese

La turchese è collegata a Vishudda, il V chakra. 

 

Il suo nome in sanscrito significa “centro della purezza” e si trova all’altezza della gola.

La posizione è molto importante e per capirla fino in fondo dobbiamo tornare un momento sul colore della turchese.

Ne varrà la pena, te lo prometto.

 

Nella palette dei colori, il turchese si colloca fra il verde acqua e il blu. Spesso le pietre incorporano striature di colori che vanno dall’oro al nero.

Sono colori molto diversi tra loro, eppure si mescolano con risultati bellissimi.

Proviamo a traslare questa caratteristica sul piano umano.

Come possono fare persone diverse a mescolarsi e ottenere risultati così affascinanti?

Comunicando fra loro.

La turchese è la pietra della gola, della purezza e della comunicazione.

 

Nei prossimi paragrafi analizzeremo le proprietà della turchese per la Sfera Fisica, la Sfera Mentale e quella Spirituale. 

Le proprietà benefiche per la salute fisica

La turchese è una pietra molto potente, insuperabile quando viene utilizzata per purificare e indossata all’altezza della gola.

 

Ti ricordi per cosa la usavano i maya?

 

Nelle prossime righe ti darò qualche suggerimento per utilizzarla per migliorare la tua salute fisica, senza dover andare dal dentista!

 

Partiamo!

 

La turchese è rinomata per la sua capacità di purificazione e protezione ma c’è una cosa che pochi conoscono…

Il concetto di purificazione è da sempre collegato a quello di disintossicazione. 

Se ogni anno la tua lista di buoni propositi contiene “Voglio smettere di fumare” la turchese fa al caso tuo!

 

Anche le sue proprietà protettive possono essere molto utili!

Devi sapere infatti che la turchese ha proprietà antinfiammatorie e antibatteriche che proteggono dal mal di gola e dall’alitosi!

 

Ma non solo, è anche ottima per velocizzare i processi di guarigione dell’apparato respiratorio. Non male nel periodo invernale o in primavera, quando i pollini scatenano le allergie.

 

Abbiamo visto cosa può fare la turchese per il tuo benessere fisico, adesso vedremo le sue proprietà benefiche per la mente.

Le proprietà benefiche per la salute Mentale

La turchese ha effetti benefici anche sulla Sfera Emotiva di chi la indossa. 

 

Il suo effetto più potente è quello di influenzare positivamente il dialogo interno.

 

Quanto spesso ti autocritichi? Quanto spesso senti quella vocina fastidiosa e petulante che ti ricorda che:

 

Gli altri hanno fatto meglio!

Potevi impegnarti di più!

Non sai fare niente!

È stata solo fortuna!

 

Pensa a una pietra in grado di zittirla, o addirittura renderla gentile.

Immagina il silenzio, la pace e la tranquillità mentale.

 

Un dialogo interno positivo ha un effetto palla di neve sulla tua salute mentale…

 

Vediamo insieme che effetti produce… 

 

Riduce la stanchezza mentale

 

Immagina di svegliarti al mattino e non avere una sfilza infinita di pensieri negativi che ti aggrediscono quando sei ancora a letto.

Di alzarti con la prontezza e determinazione di chi sa di poter svolgere tranquillamente tutti i compiti della giornata. 

Quante energie avresti in più?

 

Migliora l’espressività e la proprietà di linguaggio. 

 

Ti è mai capitato di prepararti a lungo per un momento, magari un esame, un colloquio di lavoro o la richiesta di un aumento e poi al momento clou… 

pouf!

Il discorso preparato non ti viene in mente, le parole si bloccano e la voce esce strozzata?

 

Oppure il discorso va bene ma alla prima domanda o obiezione che non avevi previsto…

 

Magari non in modo così tragico ma prima o poi l’emozione gioca un brutto scherzo a chiunque. 

 

La turchese non impedisce di sentire le emozioni, ma migliora la tua espressività e proprietà di linguaggio, anche se sotto pressione.

 

Il discorso uscirà perfetto, con le pause e le enfasi al punto giusto, e una voce limpida e ferma. 

E anche eventuali domande e obiezioni non ti manderanno più in crisi!

 

Rafforza la connessione con le persone care

 

Saper esprimere le nostre opinioni con chiarezza e assertività non è solo utile in ambito accademico/lavorativo, anzi!

 

Gli effetti più profondi si vedono nei rapporti intimi, che siano amicali o familiari. 

 

Qualche esempio?

 

Ti è mai capitato di trovarti in un rapporto di coppia senza più dialogo e con una routine soffocante? 

 

Cosa avresti potuto fare se avessi avuto la capacità di esprimere bene ciò che sentivi?

 

Stabilizza l’umore


Frequenti sbalzi d’umore possono essere causati da un dialogo interno altalenante. 


Un momento la tua vocina interiore è gentile e rassicurante e il momento dopo…
… si è trasformata nella reincarnazione di Hitler!

 

Un dialogo interiore stabile e positivo è lo strumento più potente per non vivere più in balia dei cambi d’umore.

 

Non male finora, vero?

Ma continua a leggere c’è un ultimo effetto che vorrei rivelarti…

 

 

Aumenta la consapevolezza dei propri desideri

 

Poco fa ho scritto che la turchese migliora la capacità di linguaggio e l’espressività?


Ecco.

Non è uno strumento utile solo per parlare con gli altri ma anche quando vogliamo capire in profondità i nostri pensieri. 

Sapere cosa desideri ti permette di focalizzarti solo su quello senza distrazioni. 

 

Magari vuoi passare un esame all’università, ma al primo concetto difficile, arriva la vocina…

 

“Vabbè dai, questa è una cosa complicata… riposati 5 minuti su TikTok e poi rivedila a mente fresca.”

 

E i 5 minuti diventano 50. 

 

Come sarebbe se la tua vocina fosse sì incoraggiante ma anche pronta a spronarti quando ne hai bisogno?

 

E ti ricordi quali sono le altre proprietà della turchese?

 

 

Purificazione e disintossicazione.

 

 

La disintossicazione non riguarda solo le sostanze “fisiche”, ma anche quelle emotive e “tecnologiche” come i social.

 

PS.

L’uso della turchese all’altezza della gola massimizza le proprietà per la Sfera Fisica ma non è necessario per ottenere benefici sulla Sfera Mentale

Quindi via libera a braccialetti, orecchini ed anelli!

Le proprietà benefiche per la salute spirituale

 

Ed eccoci qui, all’ultima Sfera del nostro viaggio. 

 

Devi sapere che la turchese è una pietra fortemente spirituale.

 

Già sai che è collegata a Vishudda, il V chakra.

 

Il V chakra è conosciuto anche come “Chakra della gola”, perché si colloca esattamente alla base della gola.

 

C’è un segreto che non tutti sanno…

 

La turchese è una pietra che può influenzare positivamente la tua meditazione. 

La Turchese e la Meditazione

Il modo migliore per meditare con la turchese è tenerla vicino al VI chakra, Ajna, il Terzo Occhio.

Puoi usare un ciondolo, degli orecchini o, se mediti in posizione supina (a pancia in su), puoi posizionare una pietra grezza o un braccialetto direttamente sulla fronte.

Ma che benefici porta meditare con una pietra turchese in testa?

Come abbiamo visto la turchese potenzia la nostra capacità comunicativa interiore ed esteriore attraverso il “suo” chakra.

Ma la turchese ha un altro grande potere, che pochi conoscono.

 

Dissolve le energie negative che bloccano o disallineano i chakra.

 

Immagina di meditare con il V e il VI chakra allineati.

I vantaggi di Vishudda li abbiamo già esaminati, il VI invece è il chakra della sintonia con il Sé autentico.

E quindi? Cosa fa il Sé autentico?

Prima di dire cosa fa il Sé autentico, bisogna specificare chi è, questo Sé autentico.

 

Sei tu, senza le maschere e le sovrastrutture mentali costruite negli anni. 

 

Quando sei in connessione con il Sé autentico succedono un po’ di cose interessanti:

 

Comprendi la tua essenza. 

Sai chi sei e cosa vuoi quindi vivi una vita conforme a ciò che desideri davvero. 

 

Intuisci le emozioni e pensieri delle persone a te care.

La connessione al tuo Sé ti fa percepire anche quello altrui. Sentirai la tua empatia svilupparsi e comprenderai meglio le persone vicine a te.

 

Riesci ad accettarti e a volerti bene.

Sì, anche con tutti i tuoi difetti. Difetti che abbiamo tutti del resto.

 

E qui si conclude il nostro camino attraverso le proprietà benefiche. 

Se continuerai a leggere nei prossimi paragrafi troverai la risposta a una domanda e una serie di metodi per verificare la qualità della tua turchese. 

sono affine alla turchese?

La turchese ha un sistema cristallino triclino.

 

Questo sistema cristallino la rende attraente per persone calme, sobrie con un profondo bisogno di esprimersi liberamente.

 

La turchese è la pietra del pianeta Giove ed è ideale per Sagittari  e Capricorni.

Altri segni con una buona affinità con questa pietra sono il Toro e l’Acquario.

Sono Gemelli ascendente Leone, non sono una persona calma e nemmeno sobria.


Posso meditare lo stesso con la turchese?

Assolutamente sì.

 

La profonda affinità con un segno non esclude gli altri.

Qualunque segno può sviluppare un’ottima affinità con una turchese!

 

Ma attenzione!

 

La turchese è una pietra molto rara, la maggioranza di quelle che trovi sul mercato non sono vere turchesi!

 

Continua a leggere per scoprire in che modi viene trattata la turchese e quanto spesso non è vera turchese ma howlite dipinta.

 

Inoltre ti racconterò due modi per testare la tua turchese per sapere se è autentica o meno.

 

Iniziamo!

Come riconoscere la vera turchese

La rarità ha portato alla creazione di alcune varietà più economiche di questa pietra.

 

Accomodati, sto per raccontarti quali sono e come puoi verificare la purezza della pietra appena acquistata.

Turchese enhanced "migliorata"

La turchese enhanced è una turchese naturale sottoposta a un particolare processo conosciuto come “Metodo Zachery”, dal nome del suo inventore, il signor James E. Zachery.

Questo trattamento, utilizzato dagli anni ‘80 riduce la porosità e migliora la lucentezza e il colore della turchese.

Come fa?

La turchese viene messa a bagno in alcune sostanze non tossiche e non coloranti per un tempo variabili fra le tre e le sei settimane.

Che sostanze usa?

Non si sa. 

 

Il metodo Zachery è considerato segreto aziendale e la formula è segreta come quella della coca cola.

L’analisi chimica delle pietre trattate ha rivelato quantità maggiori di potassio rispetto alla norma.

Come faccio a sapere se la mia pietra è stata sottoposta al metodo Zachery?

L’unico modo affidabile per sapere se il metodo Zachery è stato usato su una pietra è la spettrofotometria XRF eseguita in un laboratorio specializzato.

Non proprio una soluzione alla portata di tutti.

No, nemmeno l’analisi dello spettro infrarossi rileva differenze con le pietre non trattate.

Ho scoperto che è stato usato il metodo Zachery. La mia pietra fa schifo?

Assolutamente no!

 

Il metodo Zachery esalta il colore e migliora resistenza della turchese senza l’aggiunta di materiali plastici.

Solo le pietre di qualità medio-alta resistono al processo senza sfaldarsi.

Acquistare turchesi trattate con il metodo Zachery è un ottimo modo per assicurarsi una pietra di eccellente qualità che resisterà nel tempo.

Se vuoi approfondire qui trovi un articolo del GIA (Gemological Intitute of America).

 

Ma passiamo a metodi meno tecnologici…

Trattamento con Olio e Cera

È il trattamento più antico.

Consiste nel ricoprire la pietra di una leggera patina di olio e cera per esaltarne il colore e la lucentezza.

Storicamente è considerato un trattamento che non rovina la pietra, perché riservato a quelle di qualità.

Le pietre trattate con olio e cera non devono essere esposte a lungo al calore e alla luce diretta del sole perché possono sviluppare una pellicola superficiale bianca.

La Turchese Tinta

Il 90% delle pietre vendute come turchese in realtà sono howliti tinte. 

L’howlite è una pietra bianca, che si presta bene ad imitare la turchese per due motivi:

  • È una pietra molto porosa e assorbe bene il colore
 
  • Texture e venature e ricordano quelle della turchese.
 

È una pietra molto più comune ed economica della turchese e a un occhio inesperto una volta trattata non presenta differenze estetiche.

Il Supporto

Il supporto è un processo alternativo alla ricostruzione per lavorare i frammenti di turchese.

Contrariamente alla ricostruzione questa tecnica non danneggia la qualità della pietra.

Consiste nell’attaccare il frammento di turchese a un sopporto di materiale estraneo più forte.

Questa tecnica è largamente utilizzata negli Stati Uniti ed è molto comune nei monili di origine Navajo

Si usa moltissimo anche per il taglio cabochon.

La Turchese Ricostruita

Cosa fai se le pietre che hai trovato sono troppo piccole o di scarsa qualità per essere lavorate?

Le polverizzi e le mischi a resina epossidica per formarne una abbastanza grande da essere lavorata.

Non devo dirti che le turchesi ricostruite in questo modo non sono esattamente della migliore qualità possibile, vero?

La Turchese Stabilizzata

La stabilizzazione della turchese è un processo inventato in Arizona negli Cinquanta.

E’ simile alla ricostruzione che abbiamo già visto.

Consiste nell’aggiunta di resina epossidica nelle turchesi di bassa qualità per migliorarne la durezza e darle un colore più intenso.

Rovina la qualità della pietra.

Come faccio a scoprire se la mia turchese è di qualità o è stata trattata in modo invasivo?

Esistono dei metodi per verificare la purezza di una turchese.

Continua a leggere e scoprirai due metodi semplici e pratici per cui ti basteranno cose che tutti abbiamo in casa.

 

 

NOTA BENE

Entrambi i metodi proposti qui non sono pericolosi per le pietre non trattate o trattate con il metodo Zachery, ma lasceranno dei segni sulle altre.

L'Acetone Rivelatore

Occorrente:

  • Guanti in nitrile: sono la scelta più economica ma si degradano in fretta a contatto con l’acetone. Se devi analizzare molte pietre prendi in considerazione i guanti in butile
 
  • Guanti in butile: sono più costosi, ma se hai tante pietre da analizzare sono la scelta migliore (e più sicura!)
 
  • Acetone: ATTENZIONE AL SOLVENTE PER UNGHIE! Anche se sono usati (sbagliando) come sinonimi l’acetone e il solvente per unghie non sono la stessa cosa. Spesso l’acetone è solo uno dei componenti dei solventi. Deve essere acetone puro al 100%.
 
  • Cotton fioc: vanno benissimo quelli che usi normalmente
 

Questa tecnica è estremamente semplice.

Devi solo strofinare sulla pietra un cotton fioc imbevuto di acetone.

Se la turchese “stinge” e lascia parte del suo colore sul cotton fioc significa che è un’ howlite o che è stata trattata.

Se raccoglie solo sporco la turchese è originale!

La Prova del Fuoco

Anche questo metodo è molto semplice, ma ti consiglio di indossare lo stesso i guanti e soprattutto fai attenzione a non scottarti.

 

Ti serviranno:

 
  • Accendino: puoi usare qualunque fonte di calore, compresi cannelli e fornelli da cucina
 
  • Un cacciavite o un ago
 

Arroventa la punta del cacciavite sul fuoco finché non diventa rossa poi appoggiala delicatamente sulla pietra.

 

Esce fumo o c’è un odore strano?

 

La turchese è stata trattata con delle resine. 

Se non succede nulla vuol dire che non è stata trattata.

 

Il buon senso rimane sempre un metodo valido.

 

Le turchesi di qualità in natura sono molto rare e richieste.

Una pietra di discrete dimensioni di colore brillante ha il suo costo.

Per cui è ovvio che una pietra pagata due spicci non sarà il massimo della qualità o forse nemmeno una vera turchese.

 

Di qualità o meno tutte le pietre meritano qualcuno che si prenda cura di loro, per cui continua a leggere per sapere come.

Come Pulire e Ricaricare la Turchese

Abbiamo visto che la turchese è una pietra molto porosa ed estremamente delicata.

Fai molta attenzione se e quando la lavi.

Evita assolutamente oli e saponi perché penetrano all’interno della pietra alterandone il colore.

Il modo migliore per lavarla è immergerla in acqua fredda o tiepida e poi asciugarla con un panno delicato, possibilmente in un tessuto naturale come lino o cotone.

Come faccio a ricaricare la turchese?

Ricaricare o purificare un cristallo è più utile a noi per prendercene cura e coltivare il nostro rapporto piuttosto che al cristallo stesso.

 

Per ricaricare la turchese esponila alla luce della luna. I raggi lunari sono più delicati di quelli solari e non danneggeranno il colore.

 

Oppure lasciala riposare per un giorno su un letto di quarzi rosa, cristalli noti per le loro proprietà purificative e di ricarica energetica.

 

Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio nella storia e nelle proprietà della turchese.

Ti è piaciuto? Hai dei dubbi o delle curiosità?

Scrivili nei commenti!

 

Grazie per aver letto fin qui, che tu possa trovare pace gioia e serenità nel tuo percorso

Fonti

 

EGITTO

Paul Barguet nel suo “L’Origine et la Signification du Contrepoids du Collier-menat” (1952)

 

AZTECHI E MAYA

Handbook to Life in the Ancient Maya World” di Lynn V. Foster 2005

Maya Art and Architecture” di Mary Ellen Miller, pubblicato nel 1999

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